Un antico canale al servizio della comunità

Simbolo della natura rurale di Pasturana, risalta il Canalone, manufatto in pietra scalpellata che serviva a traghettare sopra il rio Torto le acque di una roggia provenienti dal rio Riasco che alimentavano il mulino di Pasturana, ubicato in quella che ora si chiama cascina Osteria, nella depressione sottostante la collina che ospita il paese.

La storia

La storia di Pasturana, piccolo paese oggi in provincia di Alessandria, si lega indissolubilmente a fatti ed eventi propri dei paesi e dei centri urbani limitrofi, più grandi e quindi più rilevanti. La mancanza di episodi di rilievo propri del piccolo Comune ha determinato nel tempo la scarsità di scritti e studi sul territorio, già in tempi lontani.
Per sondare le fonti storiche occorre risalire all’archivio parrocchiale e all’archivio comunale, che trattano, sebbene non in maniera esaustiva, l’evoluzione del paese e la sua tradizione contadina.

Nella prima metà dell’ottocento l’agricoltura rappresentava la principale fonte economica del nostro territorio; rifacendosi a norme più antiche, contenute anche nei più dettagliati statuti medioevali gli amministratori di Pasturana si preoccupavano di fare approvare i Bandi Campestri dal Regio Senato di Genova


Dalle prime iconografie pervenutaci, relative agli ultimi scorci del secolo XVII, Pasturana appare come un piccolo agglomerato localizzato sul terrazzamento naturale sopra Novi Ligure, caratterizzato dalla presenza di due corpi di fabbrica: il primo nella posizione dell’attuale castello, il secondo, più ad est nei pressi dell’attuale Palazzo CIivico. Si nota, altresì, già la presenza di due chiese e in fondo alla “valle Rebora”, il Molino.

Il Canalone Maggio 1761

La carenza di documenti sistematizzati comporta la difficoltà a ricostruire, epoca per epoca, una storia dei manufatti e dell’urbanistica del territorio, che dev’essere ricostruita riunendo con perizia le tracce lasciate dalle mappe, dai registri catastali, dalle memorie di cittadini, dai resti dei manufatti.
Tra questi ultimi, simbolo della natura rurale del paese, risalta il Canalone. Il manufatto in pietra scalpellata serviva a traghettare sopra il rio Torto le acque di una roggia provenienti dal rio Riasco che alimentavano il mulino di Pasturana, ubicato in quella che ora si chiama Cascina Osteria, nella depressione sottostante la collina che ospita il paese.
Le origini e la datazione del condotto non sono certe, nonostante fosse una costruzione di estrema importanza per l’economia rurale del paese.
Documento importante per raccogliere almeno in parte indizi sulla sua costruzione è una mappa, desunta da esistente datata al maggio 1761, a cura dell’ing. Giuseppe M. Boldrini.
Oggi ciò che risulta meglio conservato del Canalone sono le due arcate, site proprio sopra il rio Torto e ben visibili. Nel Piano Regolatore Generale del Comune di Pasturana è stato inserito un vincolo culturale ambientale sul manufatto, che impone che l’unico intervento consentito, oltre naturalmente alle manutenzioni ordinaria e straordinaria, sia costituito dal restauro e risanamento conservativo.

Il percorso del Canalone ieri...

La roggia, iniziava il suo percorso pescando dalle acque del rio Riasco, al confine tra i Comuni di Pasturana e Tassarolo. L’acqua veniva trasportata per caduta verso il mulino.
Il suo corso era prevalentemente a cielo aperto e si districava nella zona collinare, a ridosso della attuale strada comunale fra Tassarolo e Pasturana e della vecchia strada per Novi Ligure, nel tratto comunemente conosciuto come Braghera.
Il percorso sopra riportato trova conferma nella carta topografica redatta il 19 giugno 1763 da Filippo Battio (delegato dall’Ufficio dell’Intendenza di Alessandria) e dal geometra Casimiro Castelli, illustratore Giovanni Battista Castelli la cui copia è conservata agli atti dal Comune di Pasturana.  

...e oggi

Il percorso originario è oggi poco visibile, essendosi venuto a riempire, con il passare degli anni, fino a perdersi con la vegetazione. Nonostante ciò, un occhio attento potrà ancora scorgene il lieve fossato, che si insinua nel bosco, fiancheggiando per un lungo tratto la strada Comunale per Tassarolo.
Sono ancora oggi visibili alcune tracce, segni di piccoli “ponticelli” che servivano ad agevolare ai contadini l’accesso ai campi, scavalcando la roggia: sono gli unici manufatti rimasti, che permettono di tracciare ancora il percorso della roggia storica.
 
All’epoca in cui veniva utilizzata la roggia, i terreni circostanti erano molto diversi da come li osserviamo oggi. La superfice boschiva era estremamente ridotta, in favore di terreni agricoli adibiti per lo più alla coltivazione del grano.
 
 

Dopo avere raggiunto il mulino parte dell’acqua, con un sistema di chiuse, veniva utilizzata per innaffiare i campi a valle del paese, verso il Comune di Basaluzzo.


 


Tracce perdute

Nell’ottobre del 2019 gli eventi alluvionali che hanno colpito il paese hanno determinato il crollo di una delle arcate del Canalone, che fino a quel momento collegava le due sponde.


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